Immigrazione, incontro Di Maio-Schinas: per ora solo dichiarazioni d’intenti

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European Union chief spokesperson Margaritis Schinas gestures while speaking during a briefing at EU headquarters in Brussels, Wednesday, Nov. 14, 2018. EU ambassadors meet in Brussels Wednesday, in a closed door session, to discuss a draft Brexit agreement. EU officials were tight-lipped Wednesday, refusing even to confirm whether a technical-level draft agreement has been reached. (ANSA/AP Photo/Virginia Mayo) [CopyrightNotice: Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved]

Di Maio SchinasIl ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato alla Farnesina Margaritis Schinas, vice presidente della Commissione Ue alla promozione dello ‘stile di vita europeo’. Curioso incarico, se si considera quanto lo “stile di vita europeo” sia in declino e, per di più, destinato a peggiorare anche per via dell’immigrazione selvaggia.

In realtà, Schinas coordinerà i commissari con competenze relative alle Politiche migratorie, di Integrazione e di Sicurezza dell’Ue. Non a caso all’incontro ha partecipato anche Yilva Johansson, commissario agli Affari interni.

Incontro Di Maio-Schinas, per ora siamo alle dichiarazioni di intenti

Durante l’incontro  sono state discusse le proposte che la commissione Von der Leyen intende presentare nei prossimi mesi relativamente alla politica migratoria e di asilo Ue. E’ infatti intenzione della commissione riaprire il negoziato sul immigrazione e asilo con l’obiettivo di arrivare a un nuovo patto europeo sulla questione.

Secondo Di Maio “è necessario un nuovo inizio per l’Ue. Una politica dei rimpatri comune e l’introduzione di un sistema obbligatorio di distribuzione dei richiedenti asilo tra Paesi”. L’Italia – aggiunge il titolare della Farnesina – ha “pagato colpe che non avevamo ed oggi all’Ue abbiamo inviato un messaggio chiaro: senza l’Italia, l’Ue non può farcela, e per questo ci aspettiamo che le nostre richieste siano accolte”.

Un’Italia in balia dell’invasione migratoria non dispiace ad alcune capitali europee

E’ sotto gli occhi di tutti che l’Italia finora è servita come campo profughi d’Europa. Anche con l’intento neanche tanto velato di indebolire il nostro paese.

Nulla lascia intendere che ciò cambi, salvo un radicale cambio di linea da parte del nostro governo. Del resto, uno degli azionisti dell’esecutivo Conte, il Partito democratico, porta la gravissima responsabilità di aver letteralmente lasciato invadere l’Italia fra il 2015 e il 2018. Difficile, quindi, ipotizzare che il Pd rinneghi le proprie scelte. Lo si vedrà presto, in base alla linea che adotterà sui principali dossier in materia di immigrazione, come il Global compact.

Difficile pensare che chi ha favorito l’immigrazione selvaggia cambi linea

Per Di Maio “servono più soldi nel bilancio Ue sull’immigrazione, più risorse per aiutare i Paesi di origine. Bisogna prevenire, giocare d’anticipo, incidere sulle ragioni delle migrazioni.” Giusto. E non sbaglia, il Ministro degli Esteri, neanche quando ricorda che “l’Italia è il Paese che ha più subito in Europa la crisi migratoria degli ultimi 10 anni, in particolare da quando nel 2011 qualcuno bombardò la Libia.”

Il nocciolo del problema è proprio quello. Gli interessi del “qualcuno” evocato da Di Maio non sono affatto cambiati. E neppure il suo modus operandi, così come la sua spregiudicatezza.

Se il quadro internazionale non è positivo, neanche quello interno promette bene. L’Italia, infatti, rischia di subire ancora di più il fenomeno migratorio proprio se gli alleati di governo di Di Maio riuscissero nel loro intento di smontare il decreto sicurezza.

All’ultimo Consiglio Affari Esteri Di Maio ha dichiarato che la “riattivazione” della missione Sophia per monitorare il rispetto dell’embargo all’export di armi verso la Libia può essere “un punto di partenza”, ma la missione andrebbe “smontata” e poi “rimontata” in maniera “completamente diversa”. Un proposito certamente ambizioso.

 

 

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