Il decreto sicurezza non piace agli immigrazionisti: critiche dell’UNHCR

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unhcrDopo l’approvazione del decreto sicurezza bis, non sono tardate ad arrivare le prime reprimende targate Onu, ma il governo italiano deve difendere l’interesse nazionale. Stavolta l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), esprime preoccupazione a seguito dell’approvazione ieri da parte del Parlamento italiano della legge di conversione del decreto sicurezza bis che impone sanzioni ancora più severe alle imbarcazioni e alle persone che conducono operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.

L’agenda dell’Onu è immigrazionista

Non è una novità, le Nazioni Unite stanno sempre più apertamente promuovendo un’agenda pro-immigrazione. Un’agenda che non fa distinzione fra profughi e rifugiati da un lato e immigrati economici dall’altro. Insieme all’Unhcr, l’altra punta di diamante di questa politica è l’Oim, l’agenzia dell’Onu per le migrazioni, che non a caso ha spinto fino al parossismo per l’adozione del noto “Patto Globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare“.

Ma il governo italiano deve difendere l’interesse nazionale

Evidentemente dispiace a queste organizzazioni che l’Italia non voglia ritrovarsi impreparata di fronte alla sfida epocale posta dall’immigrazione di massa. Con il decreto sicurezza, il Governo ha messo al centro della sua azione la difesa dell’interesse nazionale e della sovranità.

Multe per le navi che non rispettano le leggi italiane

Secondo gli emendamenti approvati dal Parlamento italiano, le multe per le navi private che soccorrono le persone e non rispettano il divieto di ingresso nelle acque territoriali sono aumentate fino a un massimo di 1 milione di euro; inoltre, per tali navi è prevista l’immediata confisca. L’Unhcr esprime la propria preoccupazione “in merito al fatto che l’imposizione di sanzioni pecuniarie e di altro tipo ai comandanti delle navi potrebbe ostacolare o impedire le attività di soccorso in mare da parte delle navi private”.

L’Unhcr a sostegno delle Ong: non criminalizzatele

Non c’è da meravigliarsi se per l’Unhcr “le Ong svolgono un ruolo cruciale nel salvare le vite dei rifugiati e migranti che intraprendono la pericolosa traversata per arrivare in Europa. Il loro impegno e l’umanità che guida le loro azioni non dovrebbero essere criminalizzati o stigmatizzati”, ancora una volta appare chiaro quanto le velleità onusiane di governance dell’immigrazione siano contrarie all’interesse dell’Italia.

Fu giusta la scelta italiana di bocciare il Global Compact

Le recenti reazioni targate Nazioni Unite dimostrano quanto sia stata giusta la scelta del governo italiano di non partecipare al Patto Globale. E’ un progetto pericoloso, perché la sua approvazione potrebbe costituire un embrione di base legale per attribuire alle Nazioni Unite una funzione di governance globale e sovranazionale dell’immigrazione. Questo, ovviamente, a dispetto delle scelte elettorali fatte dagli elettori italiani con il loro voto democratico.

Bisogna ridurre il “pull factor” con misure efficaci

L’interesse dell’Italia è di governare l’immigrazione, un problema politico da affrontare con strumenti politici, senza sottomettersi al controllo, alle raccomandazioni e alle reprimende dell’Onu e della galassia onusiana. L’Italia è la porta di accesso meridionale dell’Europa. Se non si interviene con normative come quelle appena votate dal Parlamento italiano per ridurre il “pull factor” dovuto alle politiche immigrazioniste dell’Onu e delle attività illegali delle Ong, tutti i flussi verso il Vecchio Continente provenienti dall’Africa e, in parte, dal Medio Oriente e dall’Asia rischierebbero di passare dal territorio italiano, con conseguenze disastrose.

Oggi, con uno strumento come il Global Compact a disposizione, le Ong avrebbero gioco facile nel passare al setaccio la legislazione italiana in materia di immigrazione per contestare ogni norma in contrasto con gli obiettivi del Patto di Marrakech. Perché no, anche il decreto sicurezza bis recentemente approvato.

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