La rivista Difesa Online propone una sintetica e interessante analisi comparata su come la gestione dell’emergenza Coronavirus sia stata gestita in modo diverso da alcuni paesi. E, di conseguenza, sulle ragioni alla base di così difformi tassi di mortalità dell’epidemia, anche fra paesi paragonabili per struttura demografica, standard economici e sanitari.
Coronavirus, diverse ragioni all’origine dell’alta mortalità
L’analisi attribuisce l’alta mortalità – soprattutto in Italia – del covid-19 a un concorso di cause.
“Mancanza o carenza di pianificazione sistemica preventiva e coerentemente applicata per le emergenze biomediche;
Mancanza di scorte strategiche e di una supply chain per le emergenze suddette;
Mancanza di leadership e di una catena di comando in ambito sanitario a fronte, in molti Paesi come il nostro, di una gestione delegata a livello regionale e poco come affronta un’emergenza nazionale e globale;
Incapacità di intelligence, di raccolta dati e informazioni, di loro elaborazione, di previsione di scenari a livello locale e nazionale, senza farsi influenzare da scelte politiche di cortissimo respiro”.
Svizzera, la programmazione alla base del contenimento della pandemia
Questi limiti del sistema italiano diventano ancora più evidenti quando comparati con il caso della Svizzera. Al riguardo, si invita a leggere il “Pandemic plan” elaborato nel 2018 dal direttorio federale elvetico.
Si tratta di un documento “che affronta tutte, ma proprio tutte le sfide di una pandemia, compresi gli aspetti etici e politici, l’assistenza medica e le misure di separazione, la creazione di stock di materiali sanitari e la gestione della crisi economica“.
Nel mondo d’oggi documenti di questo tipo sono pubblici e consultabili online, a disposizione di chiunque volesse accedervi. Se si tiene conto che negli ultimi decenni non sono mancate epidemie che hanno causato allarme, le preposte autorità italiane avrebbero dovuto studiarlo e trarne lezione. Per di più, la rete diplomatico-consolare del ministero degli Esteri non solo ha la funzione di informare Roma circa le vicende dei paesi dove opera ma, in vari casi, dispone anche di addetti scientifici. Alla luce di queste circostanze, così come delle inaudite limitazioni poste dal Conte bis alle libertà e ai diritti dei cittadini italiani, difficile scrollarsi di dosso la spiacevole impressione che il sistema Italia italiana abbia toppato in modo clamoroso.
Svizzera e Lombardia, la diversa mortalità figlia di mancata programmazione?
“Sarà un caso che un territorio paragonabile per popolazione ed economia a quello lombardo, colpito in modo massivo dal COVID-19, con un sistema sanitario pubblico-privato come quello lombardo, con una tradizione di autonomia locale analoga, abbia un rapporto morti-per-milione-di-abitanti ben nove volte inferiore?” si chiede l’autore.
Si potrebbe concludere, insieme a lui, che se Italia e Lombardia avessero gestito meglio questa crisi “probabilmente la mortalità dell’Italia sarebbe a livello di quella della Germania o della stessa Svizzera“.
Il fallimento di una classe dirigente autoreferenziale e autoassolutoria
Lasciando ad altri i profili giudiziari della vicenda, va evidenziato un dato. Il fallimento della classe politica e dell’alta amministrazione italiane. Queste, davanti a un’emergenza grave ma tutto sommato gestibile come insegnano Germania e Svizzera, non sono state capaci di difendere interessi italiani di natura primaria. Prima, la salute dei cittadini. Adesso, l’economia nazionale, come rivela il balbettante e incoerente approccio del governo alla sfida del rilancio economico.
Secondo fonti della Farnesina, in questi giorni la rete diplomatico-consolare avrebbe ricevuto istruzioni di “valorizzare” (verbo molto in uso agli Esteri) un inesistente “Modello Italia“. Solito, autoreferenziale tentativo di autoassolversi, offrendo nel contempo visibilità mediatica al ministro Di Maio. Meglio sarebbe stato dare indicazioni alla rete diplomatico-consolare di acquisire ora quelle informazioni che sono sinora colpevolmente mancate. Sia sulla gestione dell’emergenza sanitaria, sia sulle misure più appropriate per rilanciare l’economia. Acquisire informazioni, non vendere fuffa. Un’altra occasione persa.
Servono pianificazione, leadership, informazione e l’umiltà di apprendere dalle migliori prassi all’estero
Eppure, come insegna Difesa Online, non serve chissà quale “genio italico”. Occorrono pianificazione, leadership e informazione. Soprattutto serve – e in Italia tutto concorre a dimostrare che è clamorosamente mancata – l’umiltà necessaria per studiare, capire e importare in Italia le migliori prassi dei paesi stranieri.
Gravissimo che la classe politica italiana si ostini a non capire che al giorno d’oggi guardare oltre confine non è un’occasione per photo opportunities, bensì per trarre insegnamenti nell’interesse della nazione. Altrettanto grave che l’alta amministrazione continui a non farglielo presente.