Coronavirus e Mediterraneo, gli interessi dell’Italia

Con le porte chiuse dall'Ue, oggi l'Italia naviga fra Scilla e Cariddi. Fra la minaccia di una neo-colonizzazione finanziaria da parte dell’Europa del nord e le velenose lusinghe di potenze desiderose di infiltrare il sistema economico nazionale. Occorre puntare su opinione pubblica e classe dirigente.

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Mediterraneo Italia

La rivista Analisi Difesa propone interessanti considerazioni sugli scenari internazionali che la crisi Coronavirus potrebbe aprire. La pandemia, infatti, sta “gettando le premesse per ridisegnare assetti geostrategici e aree di influenza diversi da quelli finora vissuti”.Mediterraneo

In questa cornice, è prevedibile attendersi una ritrovata centralità del Mediterraneo, area vitale per l’interesse nazionale dell’Italia.

Il ritorno del Mediterraneo al centro degli affari internazionali

Al ritorno del Mediterraneo al centro delle relazioni internazionali concorrerebbero diversi fattori.

  • Importanti, nuove linee commerciali – tracciate dalle “nuove vie della seta” cinesi – che entrano nel Mediterraneo, per le quali i porti di Genova e Trieste potrebbero fungere da hub per il nord Europa.
  • Crescenti tensioni (“una nuova guerra fredda”) fra Usa e Cina nell’area Asia-Pacifico e nell’Artico, fra Russia e Cina.
  • Considerevoli prospettive di sviluppo dell’Africa, grazie agli investimenti cinesi e al raddoppio del Canale di Suez.
  • Il rinnovato interesse della Francia per l’Africa: uno scacchiere dove, per riacquistare un primato, Parigi preferirebbe costituire un fronte mediterraneo a guida francese invece del solito asse franco-tedesco.

Il ritorno del Mediterraneo al cuore degli affari internazionali potrebbe essere accelerato dal progressivo indebolimento del progetto Unione europea. Analisi Difesa mette a confronto la “plateale chiusura di porte da parte dell’Ue” alle richieste di sostegno dell’Italia con gli aiuti di Usa, Russia e Cina.

L’Ue chiude la porta all’Italia, lasciando spazio a Usa, Russia e Cina

Gli Usa hanno già promesso 100 milioni di dollari di aiuti all’Italia. Intanto, “Cina e Russia si sono precipitate a fornire aiuto per ricordarcelo – poi – al momento opportuno: cioè quando verranno geo-politicamente ritracciate le nuove aree di influenza strategica”.

Di converso, come dimostrano gli ultimi sviluppi, l’Ue non è sinora disposta a adottare strumenti per “impedire lo strozzinaggio della finanza internazionale sugli enormi prestiti da acquisire per evitare sconvolgimenti sociali”.

Ue, l’Italia rischia uno scenario neocoloniale come la Grecia nel 2011

Piuttosto, per Analisi Difesa, gli sviluppi in corso sembrano disegnare scenari in cui i paesi del nord Europa potrebbero “sottoporre ai Paesi più deboli forme di neocolonialismo quali quelle adottate in Grecia nel corso della crisi finanziaria del 2011″.

“In quell’anno” – ricorda Analisi Difesa – “la Troika europea prevedeva di acquisire circa 50 miliardi di euro dalle vendite dei beni pubblici greci, una volta avviata una incalzante campagna di privatizzazione. Analogamente si concretizzerà domani con il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) nei confronti di quegli Stati che accetteranno di avvalersene per i fondi necessari alla ricostruzione”.

Rischio Italia, fra il nord Europa neo-colonialista e le lusinghe di potenze esterne

Alla luce di queste dinamiche in atto, il tema politico è se l’Italia sarà capace di difendere i suoi interessi nazionali. L’Italia, oggi, naviga fra Scilla e Cariddi. Fra una “possibile e cinica neo-colonizzazione finanziaria” da parte dell’Europa del nord. E fra le “lusinghe di politiche commerciali e finanziarie” di altre potenze interessate a “infiltrare il nostro sistema economico nazionale”.

Per reagire – conclude Analisi Difesa – occorre un’opinione pubblica attenta ed informata. Questo porta al tema, tante volte evidenziato da Diplomazia Italiana, del ruolo nevralgico del consenso popolare, il cui mandato si riverbera positivamente sulla solidità del potere esecutivo e sull’incisività della politica estera.

Opinione pubblica e classe dirigente, le chiavi della risposta italiana alla sfida

Serve, soprattutto, una classe politica e dirigenziale illuminata ed intelligente sappia nuovamente mobilitare le energie della nazione e dare all’Italia strumenti operativi e giuridici adeguati ad affrontare i prossimi anni, che si preannunciano complessi:

  • “cultura, creatività e genio” che ci hanno consentito di risorgere dalle ceneri della Seconda guerra mondiale;
  • severi controlli nei confronti della finanza speculativa;
  • diplomazia commerciale ed attrattiva geopolitica della nostra collocazione quale ponte sul Mediterraneo”.

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