Clandestini e Ong continuano a farla da padroni

Tentando di imporre la loro agenda politica nell'attuale catastrofe sanitaria, le Ong si confermano nemiche dell'interesse nazionale italiano. In questa cornice, si conferma un dato politico: anche sul tema immigrazione il Conte bis sconta la sua sostanziale disunione su pressoché tutte le questioni di rilievo strategico. Per ritrovare credibilità occorre invece dare prova di lucidità, determinazione e perseveranza nell'individuare e difendere l'interesse nazionale.

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Clandestini e Ong continuano a farla da padroni

Da leggere e meditare l’editoriale di Gianandrea Gaiani su Analisi Difesa, che rileva un fatto: la pandemia di Coronavirus non ferma il traghettamento di clandestini in Italia fatto dalle Ong. Da inizio anno a oggi, i clandestini sbarcati sono addirittura sestuplicati rispetto al 2019, passando da 551 a ben 3.050.

Clandestini e Ong continuano a farla da padroni

 

Italia, sbarchi di clandestini sestuplicati da inizio anno

L’aspetto interessante è la natura evidentemente organizzata della tratta degli immigrati. Questi, infatti, arrivano in Italia tutti privi di documenti di identità, ma ben istruiti a dichiarare di essere minorenni e, adesso, muniti di mascherine chirurgiche, fornite loro dagli scafisti.

“Un dettaglio che unisce al danno la beffa” – osserva Gaiani – “ben disposti a pagare criminali pur di farsi accogliere e mantenere in Italia, i migranti illegali destinati comunque a restare in quarantena sono attenti a non farsi contagiare dal coronavirus”.

Tutte le prove dimostrano che il flusso dei clandestini è organizzato

Inoltre, tutte le evidenze portano a concludere che la gran parte dei clandestini sono immigrati economici, che non fuggono da guerre o persecuzioni: bengalesi, algerini, ivoriani, maliani, iracheni, tunisini, marocchini, somali, sudanesi, guineani.

Nazionalità, queste, accertate “in base a quanto dichiarano gli stessi immigrati illegali che come sempre sbarcano senza quei documenti che invece conservano finché si trovano in Libia e distruggono appena prima di imbarcarsi sui gommoni, come hanno dimostrato anche recenti arresti di trafficanti attuati dalla polizia di Tripoli”.

Quindi, quasi esclusivamente immigrati irregolari, che ai sensi del diritto internazionale e delle norme italiane non hanno diritto ad alcuna forma di protezione umanitaria.

Migranti economici senza titolo a protezione umanitaria

Questa cornice è aggravata dalla circostanza che le Ong sembrano voler approfittare dell’emergenza coronavirus per fare pressione sull’Italia. Nei giorni scorsi, con un carico di clandestini raccolti nelle acque libiche, la nave Alan Kurdi dell’Ong tedesca Sea Eye si è avvicinata alle coste italiane. L’impressione è “che Sea Eye punti a restare vicina alle acque italiane per forzare la mano al governo italiano denunciando le difficili condizioni a bordo” osserva Gaiani.

Quello dell’Ong è un atteggiamento di aperta sfida al governo italiano, che con un decreto interministeriale Esteri, Interni, Salute e Trasporti ha chiuso i porti poiché questi non sono più sicuri a causa della pandemia. I porti italiani sono chiusi persino alle navi militari Ue dell’operazione navale “Irini” che ha sostituito l’operazione “Sophia”: eventuali clandestini raccolti in mare dalle navi Ue verranno sbarcati in Grecia.

In precedenza, la Farnesina aveva notificato a Germania e Norvegia, paesi di bandiera delle navi delle Ong operanti nel Mediterraneo Centrale, che i porti italiani sarebbero stati chiusi agli sbarchi, anche in caso di redistribuzione in altri paesi Ue.

Ong attendono occasione propizia per una prova di forza

Resta il fatto che la Alan Kurdi continua a navigare in prossimità delle acque italiane. Questo induce a ritenere due cose. Primo, che l’obiettivo sia sbarcare i clandestini in Italia. Secondo, che l’Ong stia aspettando il verificarsi di situazioni critiche a bordo per poter aggirare il divieto di sbarco. Magari approfittando dell’ordinanza di qualche procura.

Qualora ciò avvenisse, si tratterebbe di un grave danno per la credibilità del Conte bis, che vedrebbe infrante le sue disposizioni. Inoltre, dopo l’eventuale sbarco, la beffa per l’Italia sarebbe aggravata dalla circostanza  che le autorità dovrebbero dedicare risorse e tempo ad accogliere clandestini, favorendo di fatto il business di trafficanti di esseri umani e Ong, proprio nel momento in cui lo Stato è alle prese con la pandemia da Coronavirus.

Interesse nazionale va difeso con lucidità, determinazione e perseveranza

Anche alla luce dell’attuale catastrofe sanitaria, le Ong si dimostrano nemiche dell’interesse nazionale italiano. Non solo continuano a promuovere l’immigrazione clandestina, cercando con cinismo di forzare la mano alle autorità italiane impegnate allo stremo delle forze dall’emergenza sanitaria. Inoltre, per alimentare la loro ignobile propaganda continuano a creare falsi allarmi, mettendo in moto inutili missioni di ricerca e soccorso. Tutti comportamenti che integrano precise responsabilità di natura penale. Poiché nell’ordinamento italiano l’azione penale è obbligatoria, sarebbe bene che qualche procura si faccia carico di ripristinare l’ordine violato.

Inoltre, tanto l’impennata dell’arrivo di clandestini quanto la spregiudicata agenda politica delle Ong dimostrano un dato incontrovertibile: anche sul tema immigrazione il Conte bis sconta la sua disunione politica su pressoché tutte le questioni di natura strategica. Troppo contraddittoria la sua linea politica e la sua comunicazione pubblica. Oscillante fra la reticenza a comunicare la scelta di chiudere i porti nel timore di perdere consenso nel suo elettorato e proclami francamente irresponsabili. Il paragone con la precedente gestione del Viminale, che aveva avuto ben altro impatto nel contrasto all’immigrazione clandestina, appare impietoso. Con il Conte bis in sella, neanche il Coronavirus dissuade i clandestini dal provare a “bucare” i confini italiani.

Sulle sfide strategiche, la credibilità dei governi è data dalla lucidità, dalla determinazione e dalla perseveranza con cui individuano e difendono l’interesse nazionale. Oggi, anche sull’immigrazione, l’esecutivo sembra essere sul punto di fallire la prova.

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